Ultra Trail Li Foj: 100 chilometri e 4660m di dislivello positivo, tra le montagne dell’Appennino Lucano in Basilicata.
Finalmente, dopo circa 20 mesi, indosso nuovamante il pettorale di una ULTRA!
Mesi di preparazione, gare saltate (portandosi dietro anche motivazione ed entusiasmo), il terrore che potesse saltare anche questa, ma poi eccomi qui alle 7:00 del 5 giugno sulla linea di partenza stemperando la tensione tra una chiacchiera e l’altra con amici e big del trail running mondiale.
Ore 7:30 il via!
Mi stavo allacciando le scarpe, e vengo preso di sorpresa…. che fenomeno 😀
Cerco di stare con il gruppo di testa con un ritmo deciso ma non troppo impegnativo.
Mi trovo subito una parete verticale in faccia, che mi da la sveglia: +400m in 1km.
Alzo lo sguardo e trovo Francesca Canepa che si arrampica davanti a me, ottimo! Mi attacco alle sue scarpe e salgo con non poco affanno.
La salita scorre via senza problemi, ma alla prima lunga discesa iniziano i problemi: con le scarpe male allacciate mi frantumo le dita dei piedi, tanto che devo rallentare tantissimo e perdo il gruppetto di testa. Male… ma la gara è lunga.
Dopo la prima parte di discesa ripidissima, riprendo a correre in scioltezza ed arrivo al primo ristoro in ottava posizione.
km 18
“Fino a qui tutto bene” come dice Hubert nel film La Haine. Temperatura ancora mite, gambe che girano bene in salita, percorso ben segnato, e nessuno che mi tallona.
Ma le cose lentamente iniziano a cambiare… la temperatura aumenta e le indicazioni del percorso perdono di efficacia. In tre ci perdiamo sulla cima di un monte, tanto che dobbiamo chiamare l’organizzazione per farci guidare sul percorso.
Arriva un altro problema che mi porterò dietro per un bel po di km: dolori allo stomaco. Non riesco quasi più a correre in discesa… provo a vedere se con un po’ di imprecazioni rientra il disturbo ma… nulla.
Incazzato come una vipera, arrivo al ristoro del 34esimo km completamente senz’acqua, percorrendo la strada provinciale anziché la parallela tra i campi (per assenza di indicazioni).
km 34
Mi lamento della troppa distanza tra i ristori e le indicazioni a cazzo di cane. Non si può arrivare al ristoro senz’acqua con tutto questo caldo. Rispondono che “terranno conto del suggerimento”.
Riempio le borracce con acqua e sali, e riparto verso l’ignoto.
L’ignoto era il guado del fiume…
Anche qui una tombola incomprensibile di fettucce segnavia, di cui una buona parte sbagliate.
Sono molto paranoico con le indicazioni quindi cerco sempre conferma di quello che vedo, scrutando segnali ridondanti, le tracce a terra, eventuali segnali nascosti, simboli massonici, animali mitologici.
Dopo qualche minuto a vagare in un piazzale, vedo le frecce del percorso sbucare da sotto un’auto parcheggiata … ok.
Il percorso si snoda guadando più e più volte un torrente. Non era necessario entrare per forza nel fiume, ma l’organizzazione ha voluto dare quell’aria di avventura in più… vabbè.
Sorpasso un ragazzo e mi piazzo un 7a posizione, che terrò fino alla fine della gara, con la paranoia che potesse raggiungermi da un momento all’altro in discesa per i miei problemi allo stomaco.
Il caldo si fa davvero molesto e i due sorsi d’acqua ogni 15’ diventano 4 ogni 10. Punto al ristoro in cima ad una salita del 46° km ma… in cima alla salita non c’è nessun ristoro… Provo anche qui a lanciare un po’ di imprecazioni ma il ristoro non appare. Per fortuna trovo una fontanella per riempire le borracce e bagnarmi la testa prima di morire.
Km 46
Attraverso il paese senza l’ombra di un gazebo dell’organizzazione. Penso che non sia bello scherzare sulla posizione dei ristori, perché ci si rimane male, molto male.
Ma dall’alto scorgo un gazebo bianco con a fianco l’ambulanza! L’avevano spostato a valle, sti maledetti! Di contro, mi accolgono come se avessi vinto la Leadville e, dopo aver riempito le borracce con acqua e sali, riparto felice verso la seconda parte della gara.
Come vedete dal grafico dell’altimetria, la seconda parte del tracciato non sembra così amichevole. Anzi, mi aspettavo 50km di sangue e lacrime. Così imposto il cervello allo scenario peggiore e mi avvio verso l’inferno.

Il dolore allo stomaco, probabilmente dovuto alla caffeina, iniziava a diluirsi.
Km 54
Dal 40esimo al 68esimo sono stato in una sorta di trance. Non ho fatto molto caso a quello che avevo intorno. Non ho fatto caso alle sensazioni, se non a quelle di sete e mancanza di energia. Sentivo solo il mio respiro, i miei passi e gli allarmi del garmin per il bere ed il mangiare.
Arrivato al ristoro del km 54 vedo ripartire il ragazzo siciliano con cui avevo scambiato qualche chiacchera nei primi km. Questa apparizione mi sveglia perché – penso – potrei recuperare un posto in classifica! Ma in realtà il ristoro del km 54 ha un imprevisto: devi ripartire dal via! Si, ti fermi, bevi, riparti e fai un anello di 2km per tornare al ristoro. I diabolici organizzatori non sapevano come allungare il percorso.
Vabbe… qui lascio tutti i miei gel alla caffeina e li scambio con quelli normali. Lascio tutta l’integrazione in più (perché all’inizio non capito quanto fosse lunga la gara….) e riparto aggiungendo 1/2 litro d’acqua nello zaino. Quel mezzo litro in più mi salverà diverse volte lungo il percorso.
Km 68
Poco dopo il ristoro sento una presenza dietro di me. Era Francesca Canepa che aveva sbagliato strada e recuperava di buon passo il tempo perso. Riusciamo a scambiare due chiacchiere per qualche km ma non riesco a tenere a lungo il ritmo e … ciao.
Km 79
Anche qui non sono molto lucido.
Il percorso è dentro la foresta, molto meno duro di quanto mi aspettassi, ma la stanchezza ormai iniziava a farsi sentire.
Fortunatamente, a ravvivare la situazione, mi trovo faccia a faccia con un muro verticale ricoperto di aglio selvatico. Una pendenza così ripida da poter salire a 4 zampe! Ma l’esperienza insegna che tutte le salite si superano, un passo alla volta, a capo chino.
Ogni tanto incontro qualche zombie della 50km che saluto, diabolicamente, correndo (correndo solo fino a quando riescono a vedermi), per dar loro un po’ di entusiasmo o il colpo di grazia.
Nel bosco incontro anche un po’ di cinghiali che si mettono a correre come pazzi, probabilmente travolti dal mio profumo.
In qualche modo arrivo al ristoro del km 92
Stanco, molto stanco, ma ormai la gara è finita! Mi fiondo in discesa verso il traguardo. Inizio a sentire le voci dello speaker, questo mi emoziona sempre, e accelero per il mio arrivo trionfale!
Ma qualcosa non va, per lo speaker…
Considerazioni finali
Una gara forse un po’ più dura di quanto preventivato, per il caldo e le indicazioni del percorso non proprio ottimali.
Mi ero organizzato per la piena autosufficienza alimentare, quindi ai ristori prendevo solo acqua, ma avrei gradito un po’ di pane semplice oltre ai taralli.
Organizzazione della gara abbastanza buona, considerando una prima edizione con distanze impegnative di 50km e 100km.
Scarpe: Altra Running Olympus 4
Cam: Insta360 OneX 2
Strava: https://www.strava.com/activities/5419998409
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