Sono stato incerto fino all’ultimo se partecipare al Chianti Ultra Trail oppure al Ecotrail di Firenze a causa delle difficoltà nel trovare un alloggio a prezzi ragionevoli nei pressi di Radda in Chianti.
Alla fine, visto che desideravo fare un piacevole week end fuori porta senza accendere un mutuo in banca, ho optato verso la città del Sommo Poeta, che tra l’altro collocava la gara in un periodo migliore rispetto alla mia programmazione per la Tuscany Crossing.
Legge di Murphy pre-gara
I giorni prima della gara sono stati tremendi. Due settimane prima una forte lombalgia mi ha messo ko: quasi incapace di restare in posizione eretta.
Fortunatamente i full inmersion di ginnastica posturale in ogni momento della giornata mi hanno reso “abile ed arruolato” nel giro di 7 giorni.
Appena superato il dolore lombare, finisco rovinosamente a terra di schiena dalla rottura dell’amaca su cui stavo paciosamente abbioccato. Un dolore assurdo che mi ha fatto immaginare il peggio… ma fortunatamente il gluteo robusto, il ghiaccio ed il Santo Diclofenac hanno ridotto al minimo i danni e nel giro di un paio di giorni ero di nuovo operativo. Giusto in tempo per farsi venire un forte raffreddore con qualche linea di febbre!!!!
Vabbè, ignoro lo stato febbrile e continuo le fasi finali della preparazione.
Firenze
Arrivo a Firenze venerdì sera, corro a ritirare il pettorale, scambio due chiacchiere con i volontari e torno all’appartamento, proprio davanti a Ponte Vecchio.
Spesa per il rituale pre-gara (vasetto da 250ml di crema di cacao, fette biscottate e bottiglioni di acqua) e via in pizzeria per l’ultimo carico (scaramantico) di glicogeno!
Sabato mattina la città si sveglia alla luce di un bellissimo sole ed un vento pungente. Fa veramente freddo ma le previsioni danno temperature in rialzo durante la giornata, fino a 20 gradi.
Questa condizione così instabile mi ha messo un po’ in difficoltà sull’abbigliamento perché rischiavo di patire il freddo la mattina ed il caldo nel pomeriggio.
Ho scelto di mettere una canotta tecnica sotto ad una maglia termica leggera a maniche lunghe, oltre ad un guscio leggero che ho tenuto per la partenza ed i primi chilometri.
Verso mezzogiorno ho provato a restare solo in canottiera, ma l’aria troppo fresca – per i miei gusti – mi ha fatto optare per togliere la canotta e mantenere solo la termica leggera a manica lunga: setup perfetto!
Partenza!
Alle 7 in punto scatta il verde del EcoTrail di Firenze!
Mi trovavo per caso in prima fila, a fianco dei campioni, ma le mie partenze sono sempre molto rilassate (di solito i primi 5-6km sono di riscaldamento) quindi, nel giro di poche decine di metri, i “top” sono già figure lontane ed indistinguibili. E lo sono anche i meno “top” che mi sfrecciano da tutte le parti e che so ritroverò morenti sul percorso tra qualche mezzora.
I primi chilometri scorrono a buon ritmo lungo gli argini dell’Arno, dove cerco disperatamente di stare sull’erba perché le mie articolazioni sono ancora freddine e le Akasha non sono proprio le scarpe ideali per correre su fondo simil-stradale.
Inizia il trail
Attorno al 10° chilometro inizia il trail con la prima salita ed i primi sentieri fuori dalla città. Saranno circa 10 km con 600 metri di dislivello, tutti molto corribili senza troppa fatica.
Il fondo si presenta abbastanza regolare a parte qualche tratto un po’ sassoso ed accidentato.
Tutto il contesto è molto piacevole: tanti fiori, tra cui tanti cespuglietti di primule ad ornare il fondo del bosco, aria profumata, sole splendente ma allo stesso tempo non opulento, arietta fresca (che mi farà prima spogliare in canotta e poi rivestire per il fresco) ed un bellissimo paesaggio bucolico.
Incrociamo e percorriamo più volte la “Via degli Degli Dei” (il percorso che va da Piazza Maggiore a Bologna fino a Piazza della Signoria a Firenze e che è sede di gara del Ultra-Trail VIa degli Dei) e ci infiliamo in antichi monasteri dove troviamo allestiti i ristori ricchi di frutta secca e tutto quello che si può desiderare da un ristoro-come-si-deve. Verso l’ora di pranzo riesco pure a farmi un piatto di minestra!
Poco dopo metà percorso, sceso da Monte Senario, inizia un tratto infinito di asfalto che comunque non risulta fastidioso, in quanto si tratta di una strada secondaria, per nulla trafficata, che attraversa i paesini e le colline che portano verso Fiesole.
Senza esagerare con il ritmo mi immergo nella contemplazione dei miei passi e, come ipnotizzato, passo da solo le ore che mi portano verso Fiesole senza accorgermi dei chilometri che mi scorrono sotto i piedi.
Attorno al 60°km conosco Domenico, un atleta del Gruppo Sportivo Celano, con cui tra una chiacchiera e l’altra ho condiviso quasi tutto il resto del percorso. E’ stato davvero un tratto piacevole perché – cosa che accade raramente in gara – ci si aspettava e ci si alternava nel tenere il ritmo, almeno fino a 4 km dal traguardo dove si è messo a trottare a 5’30”/km ed io ho mollato…
Ho mollato ma ho trovato conforto nella compagnia di Michela, anche lei abbastanza “cotta”, che concorreva per il 5° posto assoluto (anche se pensavamo fosse quarta).
Quindi, anche qui tra una chiacchiera e l’altra, ci siamo alternati nel tirare la volata finale stando ben attenti a non avere qualcuno o qualcuna che sopraggiungesse alle nostre spalle!
Il Lungarno non finiva mai, ed i piumini dei pioppi davano quel non so che di “bufera di neve”.
Nonostante la fatica, i pioppi, il ponte-in-lontananza-che-non-arrivava-mai (e che quando è arrivato non era quello giusto), ho apprezzato molto il fatto di correre – in gara – in mezzo ai tanti podisti che si allenavano, le persone che passeggiavano, e che probabilmente non si rendevano conto che noi matti, con la risatina ebete da catecolamine a palla, stavamo correndo da più di 80 chilometri.
Giudizio sulla gara
Ad essere sincero non ero molto sicuro della qualità della gara, dal percorso all’organizzazione. Non perché avessi avuto informazioni in tal senso, ma perché pensavo che un trail “cittadino” fosse un po’ una forzatura.
Invece mi sono dovuto ricredere alla grande!
Iniziando dal pacco gara, con cappellino e scaldacollo Buff che da soli ripagavano buona parte del prezzo di iscrizione. Poi maglietta dell’evento e la bella medaglia Finisher (che non è mai da dare per scontata).
Il percorso perfettamente segnalato, almeno per chi non ha sforato nelle ore buie della giornata. Anche se le fettucce non erano molte, i pallini arancio della segnaletica orizzontale erano OVUNQUE e molto frequenti.
Buoni i ristori, anche se radi quelli ufficiali erano ben intermezzati da quelli di sola acqua.
In molti si sono lamentati del troppo asfalto, ma penso che questo tipo di percorso sia nella natura di un EcoTraiil, ossia mostrare la parte più naturale che circonda le grandi città valorizzando il territorio. Le strade erano ben incastonate nel paesaggio, quasi per nulla trafficate, che andavano ad attraversare i piccoli borghi di campagna delle colline attorno a Firenze.
Gli attraversamenti ben presidiati, soprattutto quelli in città, hanno reso sempre sicuro i passaggi sulle sedi stradali.
L’unico neo che ha rovinato l’armonia che si è creata tra città e competizione podistica è stato un idiota che dall’auto ha pensato bene di lanciarci addosso i rifiuti ad 1 chilometro dall’arrivo.
Per finire, le docce. Le docce calde!!! Solo questo varrebbe un 10 e lode!
Il mio giudizio finale, per quanto possa valere, è molto positivo.
Complimenti a tutta l’organizzazione!
Considerazioni estemporanea sui bastoni
In gara non li ho quasi mai usati, se non in alcune salite molto ripide per mantenere un ritmo elevato. Con il tempo (l’esperienza e la migliore tecnica) li sto usando sempre meno, aumentando di tratti di corsa in salita che, se ben allenata dal punto di vista bio-meccanico, trovo essere molto più efficiente rispetto alla camminata.