Ci sono tantissimi studi ed altrettante pubblicazioni che analizzano le relazioni ed implicazioni tra la prestazione sportiva e gli analgesici da banco (come gli antinfiammatori ed il paracetamolo) in quanto ampiamente utilizzati dagli atleti di tutto il mondo per aumentare la tolleranza alla fatica, o per smorzare il dolore e ridurre l’infiammazione dalle ferite.
Vi sono prove evidenti del fatto che il paracetamolo potrebbe migliorare fortemente importanti parametri di resistenza nonché aspetti delle prestazioni neuromuscolari, attraverso una maggiore tolleranza al dolore.
È stato dimostrato che sia i FANS (Farmaci Analgesici Non Steroidei) che il paracetamolo inibiscono l’attività della ciclo-ossigenasi (COX), il che potrebbe spiegare la ridotta risposta anabolica nella fase acuta dell’allenamento e gli effetti negativi sulla forza in risposta all’allenamento cronico di resistenza. Sebbene resti da stabilire se una qualsiasi di queste osservazioni si traduca anche in detrazioni nelle prestazioni specifiche dello sport o nella riduzione dell’adattamento all’addestramento negli atleti d’élite, l’uso estensivo di questi farmaci solleva certamente problemi di sicurezza pratici, etici e importanti che devono essere affrontati.
Nel complesso, una maggiore consapevolezza tra gli atleti, gli allenatori e lo staff di supporto sui potenziali effetti negativi di questi farmaci è ampiamente raccomandata prima che la medicina analgesica, per l’allenamento o la competizione, venga considerata come un normale integratore per agevolare le prestazioni.
Vi consiglio la lettura di questo studio pubblicato sulla rivista BMJ relativamente ai problemi cardiovascolari, gastrointestinali e renali dovuti all’assunzione di analgesici prima di una maratona:
E’ ripresa in italiano dal sito Pharma-Star “il giornale on-line sui Farmaci”.