Anteprima sulla Settimana Naturale dei Parchi

Lo so, devo ancora pubblicare il report della Settimana Naturale dei Parchi… ci sto lavorando ma tra scadenze al lavoro, casini vari (che mi fanno alzare alle 5 del mattino ed andare a dormire a l’una di notte) e gli immancabili allenamenti, non riesco a trovare il tempo di sistemare foto e appunti.

Tuttavia, visto che in ogni cosa che uno fa c’è SEMPRE chi avrebbe fatto diversamente (MEGLIO, ovviamente) mi porto avanti pubblicando uno stralcio che riassume velocemente la mia MERAVIGLIOSA AVVENTURA.

In questa premessa vorrei anche accennare a quanto lavoro è stato fatto per far arrivare il Cammino Naturale dei Parchi a migliaia (ma veramente tante migliaia) di persone che non erano interessate a Manuel Cavalieri (chi ???) ma avevano occhi e orecchie solo per il territorio che si andava loro a descrivere e presentare.
Sono state fatte campagne pubblicitarie, conferenza, presentazioni, sono state coinvolte importanti aziende che hanno a loro volta pubblicizzato il CNP, sono stati fatti incontri di ogni tipo, sono state coinvolte le amministrazioni e associazioni locali, fino ai normali cittadini. Quattro mesi di preparazione a livello mediatico a cui si aggiunge il lavoro interrotto dei Parchi di Lazio e Abruzzo.
Le polemiche e cori da stadio le lascio a chi ha tempo da perdere.

Cosa mi ha spinto verso questa impresa?

Inizialmente perché volevo divertirmi – e basta – poi, dopo le ricognizioni di novembre e dicembre, è nato un sincero attaccamento per le terre attraversate e l’entusiasmo trovato nelle persone che ho conosciuto. E per come sono fatto, ho costruito il progetto della Settimana Naturale dei Parchi, al massimo delle mie possibilità.

Perché ho scelto questo percorso?

Ero alla ricerca di un percorso abbastanza lungo nel Centro Italia. Esistono diversi percorsi di questo tipo in Europa e nel nord Italia, ma ne cercavo uno “vicino a casa” e il caso ha voluto che la mia ricerca coincidesse con la pubblicazione del sito del nuovo “Cammino naturale dei parchi” (http://www.camminonaturaledeiparchi.it/).
Quando ho chiamato gli organizzatori per avere informazioni non potevano credere che qualcuno si fosse già accorto di loro.

Così è nato il progetto chiamato “Settimana naturale dei parchi” che ha coniugato la mia voglia di fare qualcosa di estremo, nella natura selvaggia, alla promozione di un nuovo percorso, unico nel suo genere nel centro Italia, che da Roma raggiunge l’Aquila attraverso 6 aree protette e 1 Parco Nazionale. Un percorso per scoprire il territorio e le sue persone, un viaggio dove ritrovare se stessi in equilibrio con la natura.

Come mi sono preparato a livello tecnico?

Pratico la corsa in montagna e corse sulle “ultra distanze” (percorsi di oltre 50 chilometri) da 3 anni, per passione e, da poco, facendo anche qualche gara in posti meravigliosi (che è il motivo principale per cui faccio gare). Non ho fatto una preparazione specifica perché, non essendo una competizione, potevo gestirmi al meglio lo sforzo, pur avendo un tempo e tappe già definiti.

Che cosa avevo nello zaino?

Non è stato proprio un “viaggiare leggeri”. Tra zaino e marsupio avevo quasi 10 chili di attrezzatura con cibo liofilizzato, alcuni vestiti di ricambio, tenda, materassino, sacco a pelo, fornello, batterie di ricambio, lampade e altro. Insomma, tutto il necessario per viaggiare in completa autonomia.
Non ho, però, avuto realmente la necessità di dormire all’addiaccio perché all’arrivo di ogni tappa del percorso le associazioni di promozione turistica o i comuni mi hanno sempre offerto ospitalità: cena e un posto al coperto dove dormire.
Essendo un appassionato di tecnologia, ho portato 2 dispositivi GPS da polso, entrambi con la traccia satellitare del percorso da fare. Per questo tipo di attività è sempre meglio avere uno strumento di riserva.
Come telefono avevo un Crosscall Actionx3, un telefono resistente a urti, polvere, acqua con cui ho fatto sia le foto lungo il percorso che le interviste alle persone del luogo (che mandavo in streaming sulla mia pagina Facebook tramite la connettività radiomobile TIM che praticamente non mi ha mai abbandonato).

Come erano organizzate le giornate?

Sveglia alle 6.00, sistemazione dello zaino, un po’ di stretching e via a cercare una frutteria dove fare colazione di soli carboidrati: un ananas intero, un avocado, mele, pere, banane e qualcosa da portare con me come biscotti secchi e frutta secca.
Poi, due chiacchiere con le persone del posto, un caffè e alle 8.00 partenza verso la nuova tappa.
All’ora di pranzo cercavo di essere sempre di passaggio in un paese dove trovare l’acqua per preparare le mie zuppe liofilizzate di legumi e cereali.

Il CNP prevede l’attraversamento di un centro abitato (o almeno un cenno di civiltà) più o meno ogni due ore di cammino, quindi cari camminatori state tranquilli che non sarete in balia dei lupi!

Mezz’ora per mangiare e poi ripartivo.
Ogni giornata prevedeva delle tappe, coincidenti con le principali tappe del CNP, dove intervistavo le persone del posto perché descrivessero le caratteristiche del territorio, sia naturali che sociali. In una parola: promozione!
(Sempre per quelli “che fanno le cose meglio”: non erano loro a intervistare me, ero io che intervistavo ).

Ogni tappa si concludeva intorno alle 21.00 con l’arrivo in uno dei paesi delle tappe del percorso, dove ad attendermi c’erano sempre le persone delle amministrazioni comunali o le associazioni di promozione del territorio (o entrambi!).

Ci sono stati dei momenti critici durante il percorso?

Si, ho incontrato diverse difficoltà. In primis la fatica: l’eccessivo peso dello zaino unito al caldo di quei giorni ha fatto sì che sentissi maggiormente la fatica e riducessi la mia velocità.
Il cibo è stato l’altro grande problema. I primi due giorni ho sottovalutato il consumo energetico, ritrovandomi il secondo giorno a pochi chilometri dal fine tappa completamente a corto di energie.
Alla fine del quinto giorno, poi, ho anche avuto un blocco della digestione per via del freddo o di una poca ortodossa strategia alimentare che mi ha bloccato per 1 giorno intero a Rascino, senza riuscire a ingerire nemmeno un biscotto secco, dovendo così ridurre gli ultimi 150 chilometri di percorso.

Ma non potevo fermarmi! Avevo promesso di passare per le aree colpite dal terremoto – per ricordare a tutte le persone che mi hanno seguito – che il Centro Italia ha bisogno di ripartire e che il Cammino Naturale di Parchi può essere una grande opportunità di riscatto per le popolazioni che hanno perso tutto con il sisma.
Nella mia precedente ricognizione avevo avuto modo di attraversare Accumoli di notte passando per le case distrutte (cercando il percorso del CNP). Immagini che sono rimaste vive nei miei occhi e che hanno lasciato un segno importante. Stessa cosa per Amatrice, Campotosto, e la desolazione di Ortolano.
Ho avvisato gli amici Guardiaparco che avrei continuato con il supporto della mia compagna, un po’ a piedi e un po’ in auto, perché le condizioni fisiche non mi permettevano di proseguire in autonomia, raggiungendo gli ultimi comuni del percorso.
L’ultimo tratto, quello da San Pietro della Jenca alla Basilica di Collemaggio, ha avuto un valore importante perché nella ricognizione di dicembre ero rimasto bloccato per 5 ore in mezzo alla bufera di neve su un costone ghicciato, non riuscendo a raggiungere L’Aquila. Arrivare alla fine del CNP riprendendo il percorso da dove “me la sono vista piuttosto brutta” è stato un modo per esorcizzare quei brutti momenti.

Cosa mi ha colpito di più lungo il percorso?

Tutto. Non c’è stato un centimetro che mi abbia lasciato indifferente. Dei 330km percorsi (si, alla fine circa 100 in meno del previsto) ho attreversato una diversità incredibile: i parchi urbani di Roma; il mix tra selvaggio e forte impatto antropico dei Castelli Romani, i bellissimi monti Prenestini che ti catapultano nel verso i maestosi Simbruini, la neve del monte Livata e Monte Autore, i delicati Lucretili, i borghi della Riserva di Monte Cervia e del Navegna, i gentili sentieri dei Monti della Duchessa, il Cicolano con l’affascinante piana di Rascino (il monte Nuria no… non mi sono azzardato ad affrontarlo per come stavo…), poi la varietà dei Monti della Laga che tra colline e montagne Vere ancora in parte ghiacciate.
Tanta era la bellezza che incontravo che, per non consumare memoria di telecamera e telefono fotografando e filmando tutto…. ho fotografato e filmato pochissimo….. 😁

Mi ha accompagnato qualcuno?

Sono partito dall’Arco di Costantino accompagnato da un nutrito gruppo di amici, che mi ha seguito per un bel tratto di Appia Antica.
Poi Carla e Luca mi hanno accompagnato percorrendo tutta la prima tratta fino a Palestrina. Il giorno dopo, da Palestrina a Livata, il grande Luca mi ha fatto compagnia coinvolgendo, a fine tappa, la moglie per la cena (salvavita!!!).
Da Castel di Tora a Marcetelli mi ha accompagnato il paziente e gentilissimo Carlo, mentre da S. Elpidio a Corvaro il Grande Cesare mi ha fatto scoprire i tesori nascosti di quel tratto di percorso.

Ed ora?

Ed ora continuerò a documentare la mia avventura sul CNP cercando di completare il reportage in fretta.
Nel frattempo continuerò a correre ed allenarmi sui percorsi del Cammino Naturale dei Parchi !

Ricordo a tutti l’importante appuntamento del 3 giugno ad Accumoli, con l’associazione Accumoli In Marcia. Dovete partecipare numerosi per aiutare una comunità a ripartire!

Ciao!!!!

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