Domenica 28 gennaio è stata la volta della Ronda Ghibellina: gara trail di 45 chilometri nel bellissimo territorio attorno a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo.
La caratteristica di questa gara è il tracciato fatto di continui strappi in salita e discese ripide, da impegnare le gambe in continui cambi di contrazione. Un percorso molto muscolare che, se sottovalutato, te la fa pagare cara.
E così è stato per me.
Pensavo di replicare il risultato di San Galgano Trail (50km 2000 d+) fatto a settembre puntando a chiudere in 5h20’… senza però allenarmi. Già, perché a fine gennaio sono proprio all’inizio della preparazione, con pochissimi km sulle gambe e zero preparazione specifica. Ed affrontare così la Ronda è come pretendere di affrontare sul ring Conor McGregor avendo imparato qualche mossa da YouTube.
Arrivo nel pomeriggio di sabato a Castiglion Fiorentino insieme a Daniele. Sistemazione al Park Hotel (insieme agli atleti elite che alla Ronda non mancano mai) e ritiro pettorali nella palestra allestita con i vari stand di sponsor e associazioni sportive. Tanti volti conosciuti, amici, conoscenti, un turbinio di abbracci e strette di mano. Una bella atmosfera pregara in un ambiente amichevole che solo il trail running sa dare.
Gara
La temperatura è di appena 3 gradi ma in rialzo con una massima prevista di 14°: temperatura perfetta.
Ore 8, si parte!
Per evitare il collo di bottiglia nella prima salita parto allegro, senza forzare ma con passo svelto.
La prima ascesa dei 5 chilometri iniziali se ne va senza troppi problemi, così come le ripide discese che la seguono e relativi saliscendi.
Con i fidati bastoni salgo impegnado gambe e braccia senza diffilcoltà, lasciando passare i più veloci riprendendoli poi in continuo susseguirsi di sorpassi.
Le gambe sembrano tirare bene in salita e sono sicure in discesa. Mantengo il passo che mi permetterà di chiudere tra le 5h20′ e le 5h30′. Per un attimo penso di provare a tirare un po’ di più, ma poi preferisco tenere le energie per la parte finale.
I primi 10 chilometri se ne vanno lisci.
Continuo la mia gara senza problemi, ed attorno al 15° km inizio a bere dalle borracce.
Avevo avuto la brillante idea di riempierle con acqua e Redbull, copiando quello che avevo visto in un video di atleti elite. Non è stata una idea proprio geniale, perché oltre ad avere un sapore disgustoso, non mi dissetava per niente. Per fortuna al 17° c’era ad ettendermi il ristoro con acqua fresca, senza additivi strani.
Continuano i saliscendi e non accenno a rallentare.
Poco prima del ristoro al 23°, oltre al gel, prendo i sali in compresse da deglutire. Non sono mai stato un amante dei sali in gara perché mi hanno sempre creato problemi allo stomaco. Di solito li prendo proprio negli ultimissi chilometri quando ormai sento di aver sudato tutto. Tuttavia decido di provare questo inedito formato, senza aver mai testato prima il prodotto in allenamento. Dopo qualche chilometro la pancia si incazza con fitte nella zona fegato. Faccio finta di niente, rallento un po’ e ignoro caparbiamente questi segnali: “passeranno con la digestione”, penso. Intanto sento le forze che un po’ alla volta vanno diminuendo. Provo a bere ma ad ogni sorso ho la sensazione che lo stomaco si accartocci su se stesso. Provo a prendere un GEL ma l’effetto che ottengo è un crampo allo stomaco in tempo reale. Rallento ancora di più. Attorno al 30° le forze mi abbandonano… crisi totale. Al ristoro del 33° bevo diversi bicchieri di acqua frizzante perché quella naturale mi dava la sensazione che ad ogni sorso lo stomaco si accartocciasse. Mangio una fetta di pane ed olio (che di solito su di me ha un effetto energetico e benefico) ma la digestione era decisamente compromessa (quella fetta si “riproporrà” fino ad ora di cena). Vuoto, sciaquo e riempio le borracce con acqua liscia ma il retrogusto della Redbull resta disgustoso.
Le gambe non funzionano più. Non tirano in salita e non tengono in discesa. Si presentano pure accenni di crampi, fenomeno solitamente a me sconosciuto. Sono così infastidito che inizio a non sopportare nemmeno la sabbia nelle scarpe tanto che dovrò fermarmi e spalmare la vasellina sulla pianta del piede.
Alla fine arriverò al traguardo spompato e bastonato in 6h26′ … un’ora in più rispetto a quanto preventivato.
E’ la seconda volta che corro la Ronda ed è la seconda volta che buco il risultato. Ma i fallimenti sono il comburente per ritrovare la giusta motivazione e reinquadrare gli obiettivi, quindi poche scuse e giù di olio di gomito, “testa china e pedalare” !!!
Analisi
Alla base della debacle c’è sicuramente stata da parte mia l’insicurezza. Nelle gambe non c’erano i chilometri per affrontare quella gara, e probabilmente anche il potenziamento non era ancora a livelli ottimali. Negli ultimi due mesi la media è stata tra i 50 ed i 60 chilometri a settimana con pochissimo allenamento di trail running. Sapendo che la preparazione non era sufficiente ho pensato di sopperire recuperando energia con “pozioni” improvvisate che hanno avuto l’effetto contrario rispetto a quello sperato, com’era prevedibile.
Tra l’altro a distanza di 36 ore ho ancora dolori e pesantezza a livello dell’addome…🤢🤢🤢 stasera bordino vegetale… 👍