Report: Cammino Naturale dei Parchi Roma – Subiaco

In preparazione alla settimana del Cammino Naturale dei Parchi in programma per il 21 aprile 2018 ho deciso di fare alcune tappe di ricognizione per farmi un’idea del percorso e delle sue caratteristiche.

La prima copre il tragitto della settimana Roma – Livata,  in versione leggermente ridotta per praticità.

Partenza da Rocca di Papa e arrivo a Subiaco: previsti circa 73km con 3000m di dislivello positivo da fare con un passo medio di 10′ a chilometro. Un passo facile ma nemmeno troppo “camminato” che fa’ rientrare questa attività a cavallo tra il trail running ed il trekking e per semplicità potremmo chiamarla speed trekking!

Preparazione

La preparazione dal punto di vista tecnico è abbastanza semplice.

Percorso

Per prima cosa studio il percorso con l’analisi della traccia GPS che trovo sul sito del CNP per definire il roadbook e individuare i punti del percorso “critici”. Per critici intendo tratti con più sentieri che si sovrappongono, strade asfaltate, salite ripide, centri abitati, fonti d’acqua. Con particolare attenzione ai tratti che percorrerò al buio.

Carico la traccia GPS rivisitata sul Garmin Fenix 3 e sul Suunto Ambit3 Peak, così per essere tranquillo di avere il navigatore in alta affidabilità!

Provviste

Inizialmente penso di portarmi via solamente Gel perché prevedo di fermarmi nelle botteghe e panifici che troverò lungo il cammino. Poi opto per l’autosufficienza, per non dover viaggiare con l’ansia di cercare fonti di approvvigionamento. Preparo 10 panini di pan carré, con il solito tofu alla piastra, un pomodoro secco e qualche foglia di insalata. Panini da escursionista a tutti gli effetti! 😀 Preparo inoltre un sacchettino con mandorle e semi di canapa oltre a qualche gel da usare in caso di emergenza. Per l’acqua: infilo due flask da 500ml nei tasconi laterali dello zaino, che rabboccherò strada facendo.

Abbigliamento

Abbigliamento 90% Decathlon! Il viaggio è facile e non richiede un abbigliamento super tecnico. Gli unici due capi su cui ho prestato particolare attenzione sono i pantaloni a 3/4 compressivi della Salomon ed una maglietta termica Mizuno. Per il resto Quechua!

Scarpe

Il Cammino Naturale dei Parchi ha come simbolo un bel piedone verde ed essendo io un amante della corsa minimal non potevo non scegliere di fare il percorso con le Vibram FiveFingers V-TRAIL. Per sicurezza, metto nello zaino anche un paio di NewBalance Hierro V2, anch’esse equipaggiate di suola Vibram Megagrip.

Zaino

Non ho usato attrezzatura leggera perché l’obiettivo non era il “tempo” ma il viaggio.
Ho pensato a lungo cosa portarmi dietro ed ho preferito orientarmi verso una attrezzatura simile a quella che avrebbe utilizzato un normale “camminatore”, quindi zaino da 30L dove ho riposto i panini, le scarpe di ricambio, le flask, un guscio leggero della RaidLight, due lampade frontali, powerbank per ricaricare cellulare e GPS, un piccolo kit di pronto soccorso, un piumino smanicato, guanti, coltello, telo termico di emergenza, maglietta a maniche corte ed una a manica lunga di ricambio, gopro di 5/6 anni fa che pesa come 3 di quelle odierne. Non l’ho pesato ma ad occhio e croce penso sarà stato circa 6/7 chili.
Devo dire di aver apprezzato molto l’ergonomia dello zaino, un Quechua FORCLAZ 30 AIR da 30 euro con schienale rigido. Molto molto molto comodo, stabile in corsa come i più blasonati da 150 euri e perfettamente equilibrato.

Partenza

Sono partito verso le 6:30, con 1h30 di ritardo rispetto al quanto pianificato. Nonostante tutti i buoni propositi non riesco proprio ad andare a dormire presto …

Attraverso il Centro Storico di Rocca di Papa per raggiungere la via Sacra, il punto di partenza del mio viaggio, sul secondo giorno della prima settimana.

Il buio e le nubi basse trasformano la partenza in una esperienza sensoriale, nel senso che la visibilità massima ad un metro mi imponeva di camminare a tentoni con le mani avanti per evitare di sbattere contro gli alberi 😂

Fortunatamente questa condizione si è protratta il tempo di scendere un po’ di quota.

Il primo tratto è praticamente casa mia: i sentieri che solco tutti i giorni per gli allenamenti e per le passeggiate, i primi chilometri infatti volano in un attimo.

Dopo aver valicato Monte Cavo, il Maschio delle Faete ed attraversato i Pratoni del Vivaro, mi trovo sulla strada che mi porterà nei boschi di Rocca Priora.

Un breve tratto di asfalto e sono di nuovo nel bosco.

Rocca Priora

Bosco facile, nello stile dei Castelli Romani. Sentieri larghi, salite e discese morbide per niente impegnative. Il terreno scorre veloce sotto i piedi e, a Colle di Fuori, mi incontro con l’amico Gianni che mi accompagnerà fino a Castel San Pietro Romano.

Palestrina

Si arriva alla 3a tappa della prima settimana e qui inizia il divertimento vero per chi come me ama le salite! Un paese molto curato che si sviluppa in verticale adagiato ai Monti Prenestini, con vicoli e case arroccate affacciate su uno sterminato panorama che vede ad ovest i Castelli Romani, ad est i Monti Simbruini e gli Ernici, a Sud i Lepini

Arrivati nel centro urbano di Palestrina facciamo tappa in un panificio a far scorta di calorie: pizza con le patate, Coca-Cola e via “verso l’infinito ed oltre”!

La segnaletica verticale del CNP ci invita ad attraversare il centro storico ed archeologico del paese fino ad arrivare a Castel San Pietro Romano che domina Palestrina e tutta la vallata regalando panorami mozzafiato.

Arrivato in cima scatto un po’ di foto al paesaggio, un paio selfie con Gianni, azzanno un paio di panini e faccio mente locale sulla distanza rimanente e orario stimato di arrivo.

Avevo pianificato un passo di 10’ al chilometro ma tra forno, foto, cazzeggio, la media si era un po’ allungata e dovevo recuperare per non rischiare di perdere l’ultimo autobus in partenza da Subiaco.

Gianni ed io ci salutiamo, lui tornerà verso casa mentre io mi indirizzo in direzione Capranica Prenestina per la tratta del quarto giorno della prima settimana del Cammino Naturale dei Parchi.

Seguo le indicazioni verticali, attraverso il grande cancello posto all’ingresso del sentiero, e varco la soglia del Parco dei Monti Prenestini.

Il viaggio prende la forma dell’avventura.

Con Castel San Pietro iniziano i monti veri con le grandi foreste, animali allo stato brado, fonti d’acqua e grandi massi calcarei a caratterizzare il paesaggio.  Finalmente la presenza dell’uomo diventa sempre meno pressante e la natura diventa la vera protagonista

Capranica Prenestina

Arrivo a Capranica Prenestina dove faccio un bel ristoro in vista della salita che mi porterà a Guadagnolo. Mangio tre panini (due con tofu, pomodori secchi, insalata; uno con marmellata di mirtilli), un po’ di semi di canapa e un bel po’ di acqua.

Accelero il passo. La nuova pianificazione dei tempi non mi permette di prendermela tanto comoda, ma di fronte ai nuovi panorami non posso fare a meno di fermarmi a contemplare le forme ed i colori in cui sono immerso.

Rimpiango di non aver portato con me la tenda.

Guadagnolo

Il percorso fino a Guadagnolo è molto bello. Il paesaggio che scorre tra pascoli, altipiani e animali allo stato brado, è veramente emozionante.

Arrivo al paese dopo una ripida salita da sotto la falesia alla base del centro storico.

Sembra non arrivare mai a destinazione, perché non conoscendo il percorso fatico a seguire i segni bianco/rossi.

Sulla piazza trovo Giancarlo, un amico della squadra dell’Atletica Rocca di Papa che fatica un po’ a collocarmi in quel contesto in tenuta sportiva. Ci facciamo due risate e ci congediamo, lui riprende la sua passeggiata in moto mentre io vado a prendere un meritato caffè al Ristorante da Peppe, una istituzione a Guadagnolo.

Un buon caffè doppio allungato con l’acqua… ovviamente un buon “caffè energetico” e non proprio un buon caffè 😀

Quindi riparto in direzione Cerreto Laziale, per percorrere il tragitto del quinto giorno, passando per il Santuario della Mentorella.

Ma prima di passare al Santuario ho fatto un po’ di confusione con le indicazioni ritrovandomi completamento fuori strada, sul Monte Cerella. Mi ero fissato che “anche se non era il sentiero corretto, al massimo, avrei tagliato nel bosco”. Ma visto l’orario ed il prossimo tramontare del sole il buonsenso mi fa tornare al bivio dove avevo imboccato il sentiero sbagliato.

Riprendo quindi la strada verso la Mentorella, scendo nel sagrato e imbocco il Sentiero di Karol che mi porterà all’Ara di Palazzo. Da lì il sentiero esce dal bosco e mi porta facilmente a Cerreto Laziale.

Cerreto Laziale

Arrivo a Cerreto su un sentiero che mi accompagna dritto in centro. Il borgo è molto bello, tanto che a guardarmi in giro perdo l’orientamento e le indicazioni del CNP. Il GPS mi viene in aiuto indicandomi con precisione la direzione poiché tra le vie strette, gatti e belle architetture non riuscivo più a trovare punti di riferimento.

Ad un bivio chiedo indicazioni ad alcune persone fuori da un bar su come raggiungere Rocca Canterano attraverso i boschi e questi, come fosse una richiesta normalissima, mi indicano la direzione e l’imbocco del sentiero dove troverò anche la segnaletica verticale del Cammino Naturale dei Parchi!

Rocca Canterano

Il sentiero verso Rocca Canterano inizia con una discesa impervia molto sassosa, e qui decido di cambiare scarpe per mantenere un ritmo di corsa elevato. Le FiveFingers sono calzature ottime, rilassanti, divertenti, con ottimo grip, ma quando c’è da correre su fondi impervi ricchi di grossi sassi appuntiti devo ricorrere alle scarpe tradizionali. Ovviamente senza abbandonare la suola Vibram MegaGrip!

Il sentiero si inoltra nel bosco. Anche se buio devo dire che il paesaggio in cui sono immerso si fa ammirare con pareti e grossi massi calcarei da valicare o costeggiare. Tutto intorno si scorgono i profili delle montagne illuminate da una luna quasi piena.

Il sentiero inizia a salire e qui mi si illumina una intuizione sul nome del borgo che sto raggiugendo, in particolare sulla parola “Rocca” di Canterano. Rocca è usata per indicare il Castello o la Roccaforte di difesa, che per svolgere il suo lavoro di difesa e controllo del territorio deve per forza trovarsi… in alto! E presto capisco che i miei calcoli sul riuscire a prendere l’ultimo autobus per il ritorno a Roma non avevano tenuto conto di questa variabile.

Cerco comunque di tenere un ritmo sostenuto anche se un po’ colto dallo sconforto.

Raggiungo il borgo e faccio rifornimento di acqua alla fontana posta all’ingresso del centro abitato. Bevo, salgo ancora lungo i vicoli e poi mi lancio veloce in discesa verso Canterano.

Canterano

Mancano veramente pochi chilometri a Subiaco e la strada in discesa mi fa sperare di riuscire a raggiungere la stazione degli Autobus in tempo.

Almeno finché non lascio la strada asfaltata e rientro nel bosco.

Qui il percorso si fa collinare e non mi rendo bene conto dove si trovi Canterano. Attorno a me vedo diversi centri illuminati e nonostante il GPS mi indichi una distanza in linea d’aria di pochi chilometri non riesco a farmi un’idea della distanza reale. Non mi resta che controllare su internet gli autobus che potrebbero passare nei paraggi. Come immaginavo, tutte le linee locali interrompevano le corse ad orari ormai non più utili e il rischio di perdere l’ultimo Bus per Roma diventava sempre più concreto. Così provo a giocare l’ultima carta. Chiamo Silvia del Cammino Naturale dei Parchi, per chiederle un passaggio in auto alla fermata dell’autobus e lei, come un Angelo, mi viene in soccorso in tempo reale!!!

Quasi Subiaco

Tra Canterano e Subiaco si interrompe questa prima esplorazione del CNP.

Con Silvia raggiungo la fermata del Cotral in tempo per il ritorno a Roma. Nell’attesa ci scambiamo un po’ di riscontri tecnici sul percorso e sulla segnaletica nonché qualche piccolo aneddoto sulla preparazione del Cammino e di questo bellissimo progetto che vede coinvolte ben 7 aree naturali protette a cavallo di Lazio e Abruzzo.

Ritorno in autobus

L’autobus quindi arriva puntuale. Un saluto veloce e si rientra a casa. Il viaggio passa tranquillo e rivivo ad occhi aperti alcuni tratti del percorso, i panorami, i colori, i maremmani che mi scambiavano per un predatore alle loro pecore, il filo spinato in cui sono inciampato e che mi ha fatto volare, il ponte nel bosco ricoperto di foglie, le casette, tra gli alberi, le mucche dalle grandi corna che mi guardavano diffidenti, il torrente, i massi su cui mi sono arrampicato, il freddo vento e la nebbia sulle vette, i tratti in cui mi sono perso, le persone che mi applaudivano (ancora non so se mi prendevano per il culo o se mi incitavano…) e tanti altri dettagli che rimarranno impressi nella memoria.

La traccia Strava: Clicca qui

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